Quando piange un bimbo rassicurarlo o lasciarlo piangere?
Aprendo questo argomento credo che sia necessario distinguere dal pianto-forma di comunicazione del neonato e pianto -capriccio del bambino un po' più grande. 

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Re: Quando piange un bimbo rassicurarlo o lasciarlo piangere
Un pianto motivato, a parer mio, andrebbe confortato e poi dare anche spiegazioni e/o suggerimenti al bimbo (se è grande abbastanza).
Un pianto da capriccio, andrebbe ignorato, ovvero trattato come se non stesse piangendo. Se invece si richiede al bambino di smettere di piangere, otterremo invece l'effetto che il bimbo vuole: attirare la nostra attenzione attraverso il pianto.
Ignorando quel tipo di messaggio, si creerà un pensiero nel bimbo che più o meno fa: "piangere per sciocchezze non serve: se ne accorgono".
Una prova che si può fare di fronte ad un pianto isterico di un bimbo (fastidiosissimo, è vero), è ignorarlo ma al tempo stesso fornirgli un ulteriore stimolo (visivo, tattile) o una "scappatoia mentale" (ovvero fornirgli un'alternativa che gli permetta di salvare il proprio orgoglio).
E' un processo educativo, quindi non si pretende di avere successo in un giorno: ci vuole il tempo che il bimbo formuli l'idea e inizi a trovare i vantaggi nell'applicarla. E noi adulti dovremo essere bravi a fargli trovare tutti i vantaggi...
Un pianto da capriccio, andrebbe ignorato, ovvero trattato come se non stesse piangendo. Se invece si richiede al bambino di smettere di piangere, otterremo invece l'effetto che il bimbo vuole: attirare la nostra attenzione attraverso il pianto.
Ignorando quel tipo di messaggio, si creerà un pensiero nel bimbo che più o meno fa: "piangere per sciocchezze non serve: se ne accorgono".
Una prova che si può fare di fronte ad un pianto isterico di un bimbo (fastidiosissimo, è vero), è ignorarlo ma al tempo stesso fornirgli un ulteriore stimolo (visivo, tattile) o una "scappatoia mentale" (ovvero fornirgli un'alternativa che gli permetta di salvare il proprio orgoglio).
E' un processo educativo, quindi non si pretende di avere successo in un giorno: ci vuole il tempo che il bimbo formuli l'idea e inizi a trovare i vantaggi nell'applicarla. E noi adulti dovremo essere bravi a fargli trovare tutti i vantaggi...