Presentazione Progetto Ubuntu Rieti Brasile

Cooperazione e collaborazione per la creazione di uno spazio ecologico, per la frutticultura e l' auto-sostenibilità a 360°
Villaggi naturali free energy alimentazione frutto vegetale autoprodotta, soluzioni per l'ambiente, progetti di rievoluzione naturale, permacultura, preservazione di frutti antichi, idee, soluzioni, proposte per un mondo migliore.
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Luca
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Presentazione Progetto Ubuntu Rieti Brasile

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Filosofia Ubuntu
Lealtà e relazioni reciproche delle persone ma soprattutto rispetto e compassione verso l’altro, questa è l’etica africana -o idealogia- Ubuntu, espressione in lingua Bantu che indica benevolenza verso il prossimo.

“Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo”
E’ una regola di vita che invita a sostenersi a vicenda e ad aiutarsi, prendendo coscienza dei propri diritti ma anche dei propri doveri, un esortazione al raggiungimento della pace universale e dell’empatia verso l’umanità intera.

«Io sono quello che sono per quello che tutti siamo»
«Io sono perché noi siamo»
«Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti»
«Umanità verso gli altri»
Ubuntu è anche condivisione ed unione nel momento in cui si devono prendere decisioni. Un ideale che stimola lo spirito della dignità oltre che del rispetto, diffondendo il senso universale di fratellanza.

« La credenza in un legame universale di scambio che unisce l’intera umanità »
Tutti sono uguali ed hanno lo stesso valore, la stessa importanza, ognuno porta la propria unicità all’interno della comunità arricchendola. Ognuno prezioso per l’altro.
Qui una famosa intervista di Mandela nella quale spiega il significato della parola Ubuntu.


Questo è Ubuntu!
Amicizia, condivisione, lealtà, relazioni reciproche, rispetto, compassione, benevolenza, sostenersi a vicenda, aiutarsi, pace universale, empatia verso tutta l’umanità, la natura e tutte le specie animali, condivisione, unione, dignità e fratellanza, migliorare il mondo con il buon esempio.

Cosa non è Ubuntu…
Prevaricamento, ego, individualismo, discriminazione, divisione, il non ascolto e l’imposizione.

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Re: Presentazione Progetto Ubuntu Rieti Brasile

Messaggio da Luca »

Il progetto EcovilaUbuntu che pra è diventato semplicemente ubuntu Fruttalia o cooperazione Ubuntu Fruit, ha la sua storie e qui uno dei primi post legato al primo progetto del Brasile estratto da questo sito:
https://ecovilaubuntu.wordpress.com/

Ecovillaggio Ubuntu: frutta, sole, mare e cooperazione.
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Progetto Ecovillaggio Ubuntu in Brasile: frutta, sole e mare, amicizia e solidarietà, laboratori di arte, sperimentazioni di diete e vita serena, ricerche su frutta locale, prove e ricerche di benessere, disintossicazione, sostegno sociale alle popolazioni del luogo, laboratori di ecologia, etc etc…

Un progetto open source , un progetto ambizioso, ma sempre con l’ottica della semplicità che è anche la chiave di una bio-ecologia sostenibile.

Vediamo innanzitutto cosa è un ecovilaggio, ho preso il seguente estratto da una pagina molto interessante di “Umani in divenire” dedicata agli ecovillagi:

Il termine ecovillaggio è un neologismo mutuato dall’anglosassone “eco-village”, coniato per la prima volta da Robert e Diane Gilman che utilizzarono tale termine nel volume Eco-villages and Susteinable Communities nel 1991.

Un ecovillaggio è una “comunità intenzionale ecosostenibile” formata da un gruppo di persone che hanno scelto di lavorare insieme con un ideale o una visione comune. E’ un centro abitato dove l’uomo vive in armonia e cooperazione con la natura sperimentando nuovi stili di vita e nuove abilità per creare un modo di vivere sostenibile e pacifico. Vi sono ecovillaggi nati con l’obiettivo di ridare vita ad un vecchio borgo abbandonato ed altri sorti intorno all’idea di sperimentare un modello sociale alternativo basato sui principi della solidarietà e della nonviolenza. Alcuni sono legati ad una scelta di vita spirituale, spesso fuori dai dogmi delle religioni istituzionalizzate; altri ancora si sono formati per sperimentare un modello di società a basso impatto ambientale basato sulla riduzione dei consumi e l’autosufficienza, e in molte comunità si assiste ad una crescente fusione di uno o più orientamenti. Gli ecovillaggi sono piccole comunità rurali o urbane che integrano una struttura sociale basata sulla solidarietà con attività pratiche legate alla progettazione ecologica. Sono modelli insediativi che cercano di proteggere i sistemi viventi del pianeta, di incoraggiare la crescita personale e di sperimentare stili di vita che facilitino l’armonia tra gli esseri umani e la natura. Fanno parte del concetto di ecovillaggio i seguenti aspetti: espressioni e rituali artistici, produzione di beni e alimenti che non danneggino l’ambiente, condizioni lavorative ecologicamente sostenibili, costruzioni ecologiche, creazioni di strutture che favoriscono la salute, spazio per la crescita personale, servizi ed educazione per la comunità. L’ecovillaggio ideale è un luogo ricco e diversificato dove le necessità della vita quotidiana possono essere soddisfatte recando benefici sia all’individuo che alla comunità. Gli abitanti possono acquistare i loro alimenti da contadini biologici o biodinamici, organizzare e frequentare eventi culturali, praticare la loro fede liberamente, scambiare competenze e servizi con i loro vicini e, naturalmente, ridurre i consumi e riciclare i loro rifiuti. La diversità è un concetto chiave, un catalizzatore per un ecovillaggio sano, ed implica la responsabilità di ogni membro a contribuire ai doveri e ai piaceri della vita comunitaria.

Chiariamo anche il perché del nome Ubuntu con una storia:

“Un antropologo propose un gioco ad alcuni bambini di una tribù africana. Mise un cesto di frutta vicino ad un albero e disse ai bambini che chi sarebbe arrivato prima avrebbe vinto tutta la frutta.
Quando gli fu dato il segnale per partire tutti i bambini si presero per mano e si misero a correre insieme, dopodiché, una volta preso il cesto, si sedettero e si godettero insieme il premio.

Quando fu chiesto ai bambini perché avessero voluto correre insieme, visto che uno solo avrebbe potuto prendersi tutta la frutta, risposero “UBUNTU: come potrebbe uno essere felice se tutti gli altri sono tristi?” ”

Il concetto e il tipo di comportamento che si vuole proporre è che, se una persona viaggia attraverso un territorio e si ferma in un villaggio non ha bisogno di chiedere cibo o acqua: subito la gente le offre del cibo, la intrattiene. Ecco, questo è un aspetto di Ubuntu, ma ce ne sono altri.

Ubuntu non significa non pensare a se stessi, significa piuttosto porsi la domanda: voglio aiutare la comunità che mi sta intorno a migliorare?

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C’è poi anche l’aspetto tropicale, molto importante. La frutta è il cibo più adatto a noi e i luoghi in cui è maggiormente presente è nelle zone tropicali, alcune un po’ di più, in altre zone un po’ meno.

L’ idea di base è costruire insieme il progetto di eco-comunità vegetaliana-fruttariana, quindi possibili richieste, suggerimenti e altre idee sono sempre ben accolte, in maniera flessibile e senza estremismi, con tanta semplicità e molto buon senso, chiavi della filosofia di Fruttalia.

L’ ecovillaggio che immagino è quello in cui ognuno ha la propria individualità e il proprio spazio, in cui si possa vivere la normalità delle proprie evoluzioni o ambizioni ma con il grande vantaggio di unire le forze per i progetti comuni, come può essere quello di un lavoro tipo hotel-fazenda ecologico turistico abbinato ad un frutteto da gestire in comune per avere la piena sostenibilità dei membri fondatori e lavoratori .

Ecovillaggio Ubuntu è un progetto in cui ognuno contribuisce come può per costruire e migliorare la propria vita e l’ambiente in cui viviamo, questo per riavvicinarsi il più possibile all’idea di un nuovo paradiso qui sulla terra. E’ una ricerca, un modello nuovo di vita semplice e naturale, qualcosa che tutti noi assieme dobbiamo fare collaborando insieme che è poi il significato della parola ubuntu: “condivisione”.

Si inizia con legami e leggi materiali a cui siamo già tutti abituati, che andranno poi affinate e cambiate in base al modello che più combinerà con le nostre coscienze e con il consiglio dei fondatori.
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