La favola/mito del cibo elettivo dell’uomo.


Il cibo elettivo è un argomento di cui si è parlato spesso nei forum. Ecco qui un breve riepilogo delle idee e nostre considerazioni a riguardo.

Il presupposto da cui partiamo è la credenza di alcuni, che esista un solo cibo specie adatto per ogni specie e che per la specie umana ce ne sia solo uno conforme al metabolismo umano, e che questo sia la mela .

1) Ogni animale sulla terra ha un suo cibo elettivo, cibo con il quale  è co/evoluto, e ogni animale dovrebbe mangiare solo quello, se vuole una salute ottimale.. 

Non porterò risposte e controprove scientifiche ma proverò a ragionare e usare il buon senso;

Esiste un gruppo di persone che realmente credono e divulgano con grande fervore queste  idee. Intendiamoci che è giusto avere pieno rispetto di tutte le idee se presentate come opinioni personali, ma spesso vengono proposte come verità assolute e spesso  questo non collima con una visione semplice della vita.

A queste persone se gli fai osservare che la maggior parte degli animali ha una alimentazione, se non proprio varia,almeno non monotematica, ti parlano del fatto che nessun animale vive più nel suo ambiente d’origine, perchè se vivessero in ambiente naturale per loro mangerebbero un solo cibo, quello elettivo.. se insisti ancora ti spiegano che come il cibo elettivo delle balene è il plancton, per l’uomo sono le mele rosse stark.. ( non sorridete è vero, rispondono proprio così mele rosse stark.. e qualcuno ci crede anche..

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Le mele rosse stark sono mele innestate, ottenute in un vivaio USA nell’ 1880

Se fai notare che le mele rosse stark sono mele innestate, che sono state ottenute in un vivaio USA nell’ 1880,  e che il colore rosso è stato spinto perché aumentavano le vendite, ti rispondono che hanno  poche informazioni, e che  le mele stark sono nate in africa insieme a primi ominidi che sono coevoluti con essa  per milioni di anni fa..  😉

Esistono altre motivazioni che potrebbero apparire logiche o divertenti a seconda dei punti di vita come : 

 Siamo mangiatori di mele, perché non essendo sugose, non ci sporchiamo con il loro succo, non siamo mangiatori di  meloni o cocomeri perché hanno la buccia spessa e ci dobbiamo piegare per mangiarle,no ciliegie perché si prendono con le dita e non con la mano intera, poi sempre per loro sono frutti pericolosissimi per la salute umana potrebbe   andare il seme di traverso :…  si alla mela perchè rossa e per questo facilmente visibile tra le foglie ecc.. ecc.. 

 

Ragionandoci sopra,  alcune riflessioni simili le avevo pensate anche io tempo fa , come che i frutti più adatti sono quelli che puoi cogliere ad altezza umana, come potrebbe essere le foglie in alto dell’albero per il lungo collo della giraffa.

Ma in questa visione  non rientrerebbe solo la mela , ma molti altri frutti . Il principio  condivisibile ; “minimo sforzo massimo rendimento”……può essere giusto e condivisibile , ma se si applica si deve farlo per molti altri frutti e non solo per la mela.

 Questi ideologi , che qualcuno definisce “rivoluzionari da salotto” sono convinti di molte cose che in realtà hanno molti più punti di vista di quelli che potrebbe sembrare e comunque un vero albero di mele, non è alto meno di 2 metri, come quelli da frutteto perché innestati,…in natura  un vero albero di mele nato da seme..è ben differente.

In relazione al cibo elettivo dell’uomo, il professore  Armando D’Elia  scrive che teoricamente si potrebbe vivere con qualsiasi tipo di frutto “edibile ” per l’uomo..

Potremmo dedurre e aggiungere che dipendere per la propria salute ottimale da un unico alimento , potrebbe essere espressione di una condizione di estrema vulnerabilità per una specie. E che in particolare nella zone tropicali, in presenza di molteplici alimenti disponibili, difficilmente verrà attuato un regime di mono dieta. In termini generali di evoluzione, attraverso meccanismi di selezione naturale, che favoriscono le specie che presentano i maggiori vantaggi in quanto a capacità di sopravvivenza è possibile escludere la tesi – a parere di alcuni molto ingenua – dell’esistenza di un solo cibo elettivo.

Ho voluto chiedere anche il parere di un caro amico di percorso nella ricerca e  sperimentazione fruttariana:

Marco Giai Levra
Marco Giai Levra

Personalmente non credo che esista un frutto elettivo. L’antichissima medicina indiana Ayurvedica, che ha dimostrato la sua validità innumerevoli volte, ci insegna (e con ragione) che non siamo tutti uguali, ma possediamo una nostra natura propria, con un tipo di metabolismo specifico. Ne consegue che un frutto che porta benessere ad un tipo di metabolismo, ne sbilancia un altro.

E’ questa la ragione principale per cui alcuni metabolismi non sopportano la grande disintossicazione della frutta acida, mentre altri non accusano problemi, ad esempio.

Taluni sostengono per esempio che la mela è il frutto di elezione dell’essere umano, ma io mi trovo totalmente in disaccordo con questa posizione. La mela è un’ottimo frutto che mangio volentieri e anche spesso; è un frutto versatile, si conserva a lungo e ha una serie di caratteristiche vantaggiose. Ma da qui a dire che è l’unico frutto progettato dalla Natura per l’uomo ne passa … è un ottimo frutto (come anche altri), punto. Personalmente se avessi a disposizione il mango miele pakistano maturo e dovessi scegliere tra i due frutti non avrei dubbi, optando per quest’ultimo. Ma è una scelta personale di metabolilsmo, di gusti, di effetti mentali e fisici.

Per fare un ragionamento che mi viene spontaneo: se ad esempio prendiamo i testi sacri più antichi diffusi in tutto il mondo e li consideriamo come letteratura o cronache di una remota memoria storica (o come antica saggezza collettiva), possiamo notare come la mela non viene mai citata in nessuno di essi, e questo è un po’ strano per un frutto che dovrebbe essere “il frutto” per definizione. Vengono spesso citati (e consigliati): fichi, uva, mango, datteri, olive … ma niente “pomo”.

Alcuni frutti possono sembrare più adatti di altri e quindi in questo tipo di osservazione si vanno ad esaminare parametri come profumo, colore, commestibilità della buccia, ecc. Questi parametri hanno certamente la loro logica e importanza, ma non sono MAI da considerarsi assoluti, perchè la Natura è imprevedibile. Un esempio? Eccolo: le testuggini accorrono in massa sulle spiagge e si trascinano sino a sotto gli alberi di maracuja dove trovano i frutti ipermaturi caduti a terra, nutrendosene avidamente. Così facendo le testuggini arrivano a campare anche 300 anni, dimostrando che la loro alimentazione è idonea alla loro specie. Ma possiamo noi dire che la maracuja ha delle caratteristiche totalmente adatte alle testuggini e che sia il frutto di elezione per loro? Io direi di no, perchè ad esempio queste tartarughe non possono arrampicarsi e andare a prendersi i frutti direttamente dagli alberi ma devono aspettare che cadano a terra. Questa è la dimostrazione che la Natura è più imprevedibile di quanto si immagini. Di questa stregua dei frutti che apparentemente possono sembrare meno adatti all’uomo, magari invece lo sono, proprio a cagione dei misteri della Creazione. Tante volte ho sentito dire che gli ananas o altra frutta non sono adatti all’uomo per via della scorza non commestibile o troppo spessa. Bene, visto dal “punto di vista della testuggine” questo potrebbe non essere un fattore così rilevante.

Senza dilungarmi ulteriormente in ragionamenti, concludo dicendo che ogni frutto ha le sue caratteristiche e peculiarità particolari, e può portare equilibrio o squilibrio a seconda del tipo di metabolismo che lo assume. Inoltre per ogni metabolismo specifico esistono dei personali “punti di stop”, ossia dei limiti quantitativi di assunzione per porzione frugale o su base giornaliera.

Marco Giai-Levra

 

E con questo speriamo di aver contribuito,  non a portare qualche verità, perchè è molto relativa,  ma a punti di vista diversi e sopratutto a cercare di stimolare il buonsenso, in modo che ognuno possa poi giungere alla sua verità personale che sia essa la mela o l’arancia, il mandarino o la banana, la ciliegia o il melone.

Grazie a tutti.

Luca Speranza

Luca

Ricercatore indipendente e ideatore del metodo Bio-Movimento-Rievolutivo, un approccio olistico per la salute e il benessere. La sua expertise spazia dalla preparazione atletica all'insegnamento di autodifesa e Pancrazio. Attraverso il progetto Ubuntu, si dedica alla promozione di una Ri-Evoluzione Armonica Naturale, basata su principi di ecologia, energie rinnovabili, bio-edilizia e creatività sostenibile con materiali naturali e di riciclo.

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